Sostenere il Genitore per aiutare il Bambino
SUPPORTO GENITORE-BAMBINO DURANTE IL PERCORSO DIAGNOSTICO E RIABILITATIVO
Responsabile del Progetto:
Dott. Mario Torrioli, Psicologo e Psicoterapeuta
UDGEE, Dipartimento di Neuroriabilitazione Intensiva e Robotica
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Sede di S. Marinella
IL PROGETTO
Il progetto è volto a potenziare le attività previste all’interno dell’iter diagnostico nell’UDGEE di S. Marinella dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Particolare attenzione sarà rivolta a supportare i genitori nel corso del processo valutativo del bambino, assistendoli e sostenendoli nell’affrontare eventuali loro fragilità emotive e definendo insieme delle strategie utili alla gestione del loro rapporto genitore-figlio. Considerata l’importanza di un supporto psicologico per i genitori, saranno previste delle attività volte al loro benessere emotivo, al fine di promuovere la qualità della relazione genitore – bambino all’interno del percorso valutativo e riabilitativo, divenendo premessa indispensabile per creare un legame tra momento diagnostico, definizione del progetto riabilitativo con la famiglia, intervento e verifica dei risultati ottenuti.
OBIETTIVI
Attivare nel corso del 2023 un supporto psicologico che promuova la qualità della relazione caregiver-bambino, con l’obiettivo di includere la famiglia all’interno dell’iter diagnostico e riabilitativo, favorendo la condivisione di eventuali dubbi, emozioni e aspettative. In tal modo il caregiver verrà avviato ad un percorso di consapevolezza sia personale che genitoriale, come premessa per il benessere psico-emotivo del bambino anche durante il periodo di ospedalizzazione e riabilitazione. Favorire lo sviluppo e il potenziamento delle competenze genitoriali all’interno di un approccio multisistemico.
STATO ATTUALE DELLE CONOSCENZE
La ricerca in ambito psicologico ha sottolineato l’importanza di considerare il benessere dell’individuo in un’ottica bio-psico-sociale, in cui ognuno deve essere condotto a sviluppare delle proprie competenze trasversali, definite appunto “life skills”. Una delle metodologie volte a supportare nei genitori le modalità di gestione dei loro problemi, per contrastare le situazioni di stress e rispondere ai propri bisogni e a quelli altrui, è l’educazione socioaffettiva. Il momento della diagnosi e il percorso riabilitativo del bambino rappresentano un’intensa esperienza di stress per tutto il sistema familiare. I genitori possono sperimentare sentimenti di rabbia, frustrazione, di solitudine e di depressione, che difficilmente riescono ad essere adeguatamente elaborati. Insieme a ciò, la presenza di un figlio con un disturbo complesso o con una disabilità all’interno della famiglia comporta confusione, disorganizzazione, cambiamento nella vita dei genitori e nella vita di coppia che spesso conduce ad un blocco nello sviluppo del bambino e nel ciclo vitale della famiglia. Pertanto, promuovere e supportare la qualità della relazione genitore-figlio, ponendo l’attenzione sulla tipologia dello stile parentale e delle caratteristiche psicologiche genitoriali è da considerarsi parte integrante e fondamentale di un processo terapeutico complesso all’interno del contesto ospedaliero pediatrico.
RISULTATI ATTESI
Ci aspettiamo i seguenti risultati:
- Il coinvolgimento sempre più attivo della famiglia nell’iter valutativo e riabilitativo del bambino;
- Lo sviluppo o il potenziamento di competenze e abilità genitoriali, affinché i genitori possano operare in senso educativo-riabilitativo, aumentando in tal modo le possibilità di miglioramento e di recupero del bambino;
- Il miglioramento della consapevolezza delle competenze genitoriali, della qualità della relazione genitore-figlio e delle complesse dinamiche del sistema familiare;
- La definizione di correlazioni tra stile/ profilo psicologico del caregiver e benessere psicoaffettivo del bambino con un disturbo complesso, sia in fase diagnostica che riabilitativa;
- Il miglioramento delle risorse psicologiche genitoriali attraverso interventi psicoeducativi;
- La promozione della consapevolezza delle proprie emozioni come caregiver al fine di modificare i propri comportamenti disfunzionali nella relazione con il bambino.
RICADUTE CLINICHE
Il progetto prevede la possibilità di approfondire vari aspetti della valutazione e del trattamento da un punto di vista clinico e di ricerca nell’ambito della neuroriabilitazione. Nello specifico, tra i vari obiettivi principali, sicuramente risulta fondamentale e necessaria la creazione di ulteriori “spazi” clinici per sostenere con maggiore continuità ed efficacia la genitorialità.
La valorizzazione delle competenze umane, emotive, sociali e cognitive dei genitori in associazione ad un valido sostegno alla genitorialità e a un rilevante supporto dei loro eventuali profondi vissuti emotivi di dolore, tristezza, impotenza, rabbia e paura, si pone come fattore di protezione imprescindibile per lo sviluppo neuropsicologico del bambino.
Grazie al supporto psicologico ci si aspetta un potenziamento delle competenze genitoriali ed un incremento della consapevolezza dei genitori rispetto le proprie abilità che favorisca il rispecchiamento affettivo all’interno della relazione genitore-figlio. Quello che ci si aspetta è inoltre un miglioramento delle dinamiche di sintonizzazione affettiva del genitore rispetto ai bisogni emotivi propri e del bambino.
ATTIVITA’ PREVISTE NELL’ANNO
SUPPORTO PSICOLOGICO GENITORIALE: al fine di garantire un pieno coinvolgimento della famiglia all’interno dell’iter valutativo e riabilitativo si approfondiranno i colloqui con i caregivers, fornendo loro un maggiore spazio all’interno del quale condividere eventuali paure, dubbi, emozioni ed aspettative; si offrirà inoltre ai genitori l’opportunità di essere supportati durante il percorso diagnostico – riabilitativo del figlio, in particolar modo nei casi in cui siano presenti dei nuclei famigliari “complessi” per la multiculturalità, con conseguenti difficoltà linguistiche o condizioni socio-culturali svantaggiate. Nel corso dell’anno si cercherà di condurre i caregivers ad una maggiore consapevolezza riguardo le proprie competenze genitoriali, approfondendo il ruolo dello stile parentale nella relazione con il bambino con un disturbo complesso, mediante la somministrazione di appostiti questionari e lo svolgimento di attività personalizzate.
Si farà riferimento ad una metodologia integrata sia psicoeducativa che di educazione socioaffettiva, in cui saranno previste attività di tipo attivo e costruttivo (es. role play, circle time, gruppi di confronto e supervisioni con la mediazione della figura dello psicologo) nonché laboratori creativi ed esperienziali.
SOGGETTI COFINANZIATORI
Fondazione Emanuela Panetti Onlus
in colaborazione con:
Dott. Enrico Castelli
(Direttore Dipartimento di Neuroriabilitazione Intensiva e Robotica
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – Roma)
RELAZIONE DEL PROGETTO: “Sostenere il genitore per aiutare il bambino”
Il progetto ci ha permesso di osservare l’iter diagnostico e riabilitativo del bambino, all’interno del Day Hospital di Neuroriabilitazione e Attività Sportiva Adattata della sede di Santa Marinella, con un altro sguardo, quello del genitore. Entrando in contatto con le reali aspettative e preoccupazioni genitoriali abbiamo compreso il forte bisogno del genitore di essere accolto, ascoltato e supportato in una cornice di empatia e condivisione.
Le aspettative cliniche alla base di questo progetto miravano all’incremento delle capacità genitoriali al fine di sostenere e supportare maggiormente il bambino nel suo sviluppo emotivo-relazionale.
Il risultato atteso è stato perlopiù raggiunto.
Talvolta la mancanza di determinate risorse psicologiche, nell’interazione con il clinico, non ha permesso ad alcuni genitori di “spogliarsi” dei propri meccanismi di difesa, continuando ad erigere, spesso in automatico e senza piena consapevolezza, una barriera nei confronti di una comunicazione maggiormente aperta, flessibile e orientata al cambiamento.
Tra i benefici riscontrati vi sono stati sicuramente un maggiore coinvolgimento attivo del genitore all’interno del percorso diagnostico e riabilitativo del proprio figlio/figlia, la creazione di un rapporto di fiducia con il clinico rispetto alla condivisione dei propri stati d’animo legati alla diagnosi e alla condizione attuale e “future” del bambino e infine una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni e stati psicologici a favore di una relazione caregiver-bambino più adeguata.
La creazione di una relazione di fiducia tra il clinico e il caregiver ha condotto il genitore a richiederci spesso anche un supporto partecipato nella compilazione dei questionari proposti all’interno dell’iter diagnostico del bambino.
Il genitore, affidandosi al clinico ha dato testimonianza di quanto sia necessario attivare una figura interna al percorso riabilitativo del bambino, che si occupi di aiutare il genitore nel comprendere il suo ruolo e nel rinforzare le proprie competenze e punti di forza, superando spesso le proprie fragilità emotivo-affettive che rappresentano sempre e in modo indiscutibile un rilevante fattore di rischio per lo sviluppo psicologico del bambino.
Per trasmettere la valenza e l’impatto emotivi che hanno caratterizzato questo lungo percorso clinico, riporteremo alcune delle testimonianze più significative dei genitori:
“Rivedo in mio figlio tutta la mia forte timidezza e non voglio che lui soffra come è successo a me da piccola quando ero in mezzo agli altri”
“Mia figlia ieri sera mi ha detto di essersi spaventata mentre vedeva delle immagini al telegiornale, ed io invece di dirle che non era niente e di strillarla, mi sono ricordata di quello che ci eravamo detti nel colloquio e l’ho ascoltata e rassicurata, dandole importanza”.
Dott.ssa Eleonora Calabretta
News Progetto
Relazione progetto: “Sostenere il genitore per aiutare il bambino” 2024
RELAZIONE DEL PROGETTO: “Sostenere il genitore per aiutare il bambino”Il progetto ci ha permesso di osservare l’iter diagnostico e riabilitativo del bambino, all’interno del Day Hospital di Neuroriabilitazione e Attività Sportiva Adattata della sede di Santa Marinella, con un altro sguardo, quello del genitore. Entrando in contatto con le reali aspettative e preoccupazioni genitoriali abbiamo compreso […]