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Ringraziamenti

 

Gli anni del Covid sono stati duri per molte famiglie, anche per quelle con bambini con bisogni educativi speciali. Ma la necessità di continuare i percorsi di riabilitazione in corso è stata comunque sentita da queste persone soprattutto per non vanificare tutti gli sforzi fatti fino a quel momento e non rischiare di far perdere ai loro bambini i piccoli/grandi traguardi raggiunti. Non sempre per noi psicologi era possibile andare incontro a tutte le necessità, anche a quelle di natura economica; è in questi anni che ho conosciuto la fondazione e non posso che ringraziare per il supporto che ci ha dato. Ha permesso ad alcune delle mie famiglie di non vedere vanificati tutti gli sforzi fatti fino a quel momento per i loro bambini! Per fortuna!

Monica Peluso
psicologa- psicoterapeuta
 
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La Fondazione Panetti non fornisce solo un supporto economico per accedere a terapie, a cui per tanti ormai sarebbe difficoltoso o impossibile accedere, ma ci chiede di guardare, di partecipare, di impegnarci nella costruzione della nostra comunità a partire da quella parte di cittadinanza più fragile. La Fondazione Panetti non ci chiede di occuparci di loro ma ci spinge ad occuparci di NOI!
 
Chiara Giorgi
psicologa-psicoterapeuta 
 
 
 
“Ciascun Ema cresce solo se sognato”

All’inizio c’erano solo delle attività, per impiegare bene il tempo: delle cose da fare, pensieri e progetti in aria; poi l’incontro con Emanuele, la sua casa, le sue paroline poco chiare (ma vi assicuro che se vuole del salame si fa capire benissimo). E poi la relazione con i genitori, la mamma… i messaggi, le foto, quella volta che sono usciti la sera e si sono fidati di me a lasciarmi il loro “piccolo”. E poi le uscite “nostre”, a due: Emanuele in macchina ascoltando musica mentre gli racconto la mia vita, Emanuele sulla spiaggia, al parco, in mezzo ad altri bambini (che momenti magici); e poi Emanuele nei negozi, in centro e gli sguardi della gente, stupiti, inesperti, da educare…
Ecco: più della relazione con Emanuele (unica, e per questo sempre da reimmaginare), più della fiducia dei genitori in me; la consapevolezza, che all’inizio è “solo” fare attività con quello gnocco di Ema, e che alla fine è piuttosto accompagnarlo un po’ a spasso per il suo mondo; e così facendo, forse, anche di educare il mondo intero.
 
Mauro Maggi 
educatore 
 
Dott.ssa Flaviana Bianco
neuropsichiatra infantile
PhD Neuroscienze dello Sviluppo
Fondazione Oltre Le Parole Onlus